Bivacco della Pace (2750)
Dopo vari
tentativi arenati, ad ogni occasione per motivi differenti:
“è troppo in
quota per andarci d’inverno chissà che
freddo farà la notte…. ndemo co fa più caldo”
“il percorso è troppo lungo abbiamo poco
allenamento …..ndemo co semo più in forma”
“ in provincia
di Bolzano?ci vogliono 3 ore solo per arrivare alla partenza…. un posto più
visin no?”
decidiamo, soprattutto
per l’insistenza di Gianni e mia, di fare la prossima rifugiata al bivacco della Pace, nel Parco Nazionale di Braies - Fanes – Sennes, in alto Adige
Facciamo una ricerca per vedere di
partire alla volta del bivacco dal punto più alto possibile per evitare un
dislivello esagerato, Capanna Alpina con i suoi 1720 di altitudine andava bene,
per arrivare al bivacco avevamo esattamente 1040 metri di dislivello.
Partiamo dalla capanna Alpina alle 9 e 45.
Il sentiero è il numero 11, inizia a
salire dolcemente attraversa un bel ruscello e poi diventa più ripido fino a
raggiungere un’altopiano da dove si gode di una vista mozzafiato, col de
Locia (2069)
Proseguiamo per un’ora circa sull’altipiano,
attraverso una valle (Franes) spettacolare fino a raggiungere la malga Grand Franes (2102)
dove pranzeremo con panini e birra.
Dalla malga, guardando leggermente a
sinistra nella direzione in cui eravamo arrivati, vediamo il monte Castello dove ai
suoi piedi è incastonato il Bivacco.
Prendiamo il sentiero numero 17 che
sale attraverso la via della pace il vallon bianco. Il percorso è bello e semplice con una pendenza discreta, ad un certo punto nel bel mezzo del vallon sentiamo il
rumore sordo di alcune rocce che si staccano dalla parete alla nostra destra e
dopo un volo di un centinaio di metri finiscono sulla ghiaia sottostante, a dir poco impressionante.
Loris il Bivacco è dietro a te!))
Nonostante le pause incessanti ed il passo lento, tra lo sguardo diffidente di qualche marmotta, arriviamo al Bivacco prestissimo, verso le 16, troppo presto.
Non tanto per l'orario quanto per il freddo che già a quell'ora è intenso e pungente, fosse stato caldo avremmo ingannato il tempo fino all'ora di cena riposandoci, magari stesi a contemplare quel meraviglioso panorama, invece era freddo sia fuori che dentro al bivacco che senza una stufa si presentava subito come un frigorifero appena scartato e perfettamente funzionante.
Infatti il Bivacco è stato recentemente ristrutturato e sembra nuovo di zecca, è relativamente grande con due lettoni a castello dotati di materasso, tante coperte pulite e profumate e la solita tavola con panche.

Per non congelarci decidiamo quindi di raggiungere il monte Cavallo, la vetta al lato opposto del monte Castello, e vedere la discesa di un gruppetto di mountain bikers sloveni che erano da poco saliti con la bici in spalla
Sulla punta del Monte Cavallo
Intanto il cielo diventa più nuvoloso e la temperatura cala come il sole alle nostre spalle, lo scenario attorno a noi è incredibile con la vista a 360° si possono vedere alternativamente pareti di roccia verticali e valli verdi e rigogliose più in basso, la vista spazia libera in un ambiente completamente silenzioso e selvaggio.
Nel mio immaginario il raggiungimento di quelle vette aveva lontanamente il sapore dell'impresa,
ma alla vista delle postazioni scavate nella roccia risalenti alla grande guerra, il tutto veniva spazzato in un attimo.
Per scaldarci un po' accendiamo un fuoco con le tavole del vecchio bivacco sparse qua e la, consumiamo la nostra cena a base di panini ben imbottiti insalata di riso e verdura e dopo una buona scorpacciata di brividi freddi e racconti del nostro cantastorie Marino ci corichiamo sotto un bel strato di coperte.
Il mattino seguente il sole ci da il buongiorno e godiamo dei suoi raggi facendoci scaldare come delle lucertole, lasciamo ogni velleità di discesa tramite la ferrata a qualcuno più audace ed attrezzato di noi e scendiamo verso le auto per la stessa via percorsa il giorno prima.
Il vallon bianco
Rinfrescandoci prima di tornare alla realtà
Luoghi come questi portano ad uno stato spirituale difficile da commentare, il sibilare del vento, il volo di un rapace, la vista in lontananza di un capriolo, il sole che sale la mattina per poi scendere la sera, tutto ha un sapore diverso,ti fanno sentire distanti dalla vita che ogni giorno regolarmente consumiamo, ringrazio Gianni per aver proposto questa escursione qualche tempo fa e tutti i rifugiati di turno, Luca, Claudio, Loris il confermato Marino ed il nuovo arrivato Marco
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