Bivacco Casera Campestrin(1649)
Visto il periodo dell’anno decidiamo di partire dal punto più vicino alla casera, un po' per le poche ore di luce un po' perché per domenica avevano previsto neve, per cui a nostro parere era meglio dover mettere le catene alle macchine piuttosto che scivolare ad ogni passo durante la discesa.
Dopo aver passato Ospitale di Cadore prendiamo la strada sterrata
che sale verso la Valbona, lasciamo le
macchine nel punto dove troviamo il cartello(800 m.s.l. circa) che segnala il
divieto di transito.
La strada è abbastanza noiosa da fare a piedi, ma man mano che intravvediamo in lontananza gli Sfornioi ci rendiamo conto che di lì a poco lo scenario sarebbe mutato radicalmente.
Con tutta calma, e con pausa pranzo compresa, in quasi due ore raggiungiamo casera Valbona (1241)
La casera è grande con camino e soppalco, non sappiamo quante persone possa ospitare perché stranamente la botola d'accesso era chiusa a lucchetto.
Prendiamo il sentiero a sinistra appena dietro la casera e attraverso un bosco interminabile arriviamo al Campestrin(1649).
Interminabile non tanto per la lunghezza quanto per la
voglia di sbucar fuori dagli alberi e poter vedere le alte ed imponenti pareti rocciose degli Sfornioi.
Il bivacco Campestrin sembra piccolo ma può ospitare fino a 12 persone, 4 su due letti a castello al pianterreno, 8 nel soppalco, dotato di vettovaglie in generale, pentole padelle ecc..di coperte e materassi.
E’ provvisto di WC esterno, ampia e fornita legnaia e di una fonte che per via del freddo era completamente ghiacciata.
Dimenticavo di presentare il gruppo odierno: Michele, l’onnipresente
Claudio, Luca, Gianni e per ultimo ma solo
in termini di arrivo nel gruppo Marino, alla sua prima uscita da
rifugiato.
La prima cosa da fare era accendere il fuoco per scaldare l’acqua per la pasta, ci accorgiamo subito che la stufa economica è piccolina rispetto alla superficie del bivacco, infatti nonostante l'alimentazione a ciclo continuo del fuoco la temperatura interna non supererà mai i 5-6 gradi.
Marino, per procurare l’acqua, di gran lena inizia a rompere
il ghiaccio della fonte con un coltellino ed una volta messa sulla stufa decidiamo di lasciare gli zaini e
salire fino alla forcella Bella(2115), forcella dal Matt era chiusa per una frana
forcella Bella
Dalla cima della forcella si vede il suggestivo sentiero che proviene da forcella Cibiana
Durante la notte nevica un po' e tra un pezzo di formaggio fuso una fetta di salame cotto ed i racconti mirabolanti di Marino si fa ora di andare a letto, i due predestinati al
soppalco siamo io e Gianni.
La mattina ci
svegliamo con 15 cm di neve ed in poche ore arriva anche il sole, cambiando completamente lo scenario attorno a noi.
Dopo aver fatto colazione, pulito il bivacco e contemplato ancora una volta questo meraviglioso angolo di paradiso ci mettiamo in marcia verso valle.
In 3 ore circa raggiungiamo le auto, fortunatamente senza la necessità di doverle dotare di catene, in quanto la neve fino a quella quota non era arrivata.
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